Stasera piove. A dire il vero, quando più quando meno, piove da qualche giorno, tutti i giorni. Abbiamo visto un film - non fra i memorabili - e ci apprestiamo, domani, all’ultimo giorno di scuola del primo (e ultimo) genito. Qualcuno parla di vacanze, e ci diciamo che certo, siamo già a giugno inoltrato. Eppure. È come se questi mesi, passati in stillante lentezza, fossero invece volati; ma questa è una percezione ondivaga! Ho una sensazione di contrazione elastica del tempo che non mi fa ritrovare con familiarità nelle solite cose, nelle solite modalità, anche quando riconosco che siano suppergiù ‘come prima’. Qualche anno fa avevo letto un inquietantissimo libro che mostrava gli effetti dello spostamento dell’asse terrestre sulla vita e sulle cose. Ecco, mi sento fuori asse! Mi sembra di aver bisogno di due calendari, uno per il tempo ‘vero’, ed uno per l’altro tempo’ per riacchiappare quella parte di me che si sente un pò scollegata. Ecco, come mi piace dire, ci sono momenti in cui vado in blocco, come le caldaie. Così termino questo messaggio con una nota tragicomica che mi è capitato di condividere qualche giorno fa. La scorsa settimana sono caduta sulle scale di casa: Argh! che botto! Mi sono fatta male dappertutto! Ma mentre mi cospargevo di Arnica praticamente come un faraone prima delle bende, mi sono ritrovata a pensare con soddisfazione che questa era, dopo tanto tempo, l’onesta conseguenza di una azione nota. Oh, finalmente! Un pò di normalità, per quanto traumatica ?